Los Hombres del Partido

Los Hombres del Partido
“Copa del mundo de futbol Espana”: i ragazzi dell’82 divennero eroi involontari di un’Italia straziata e divisa dalle tensioni sociali e civili figlie della crisi e delle violenze dei 10 anni precedenti: quell’11 luglio del 1982 l’Italia voltò pagina, ritrovando un’identità, un’unità e una speranza ormai dimenticate. E lo fece grazie all’emozione elargita a piene mani da quei ragazzi che fino a pochi giorni prima erano stati derisi e vilipesi e che avevano relegato il Vecio (Enzo Bearzot) al ruolo di direttore di un “lebbrosario”.
Pochissimi giorni prima quel Pablito (Paolo Rossi) era divenuto per tutti el hombre del partido, ma era stata tutta la squadra insieme a lui a far girare pagina alla partita più importante: quella dell’intero Paese. Potremmo dire che tutti loro divennero “Los hombres del Partido”.
Per i sedici personaggi che scesero in campo (Ghento, Cabro, Lele, Fuffo, Gai, Marazico, Schizzo, Pablito, Antogno, Ciccio, Barone, Zio, Spillo, Malik, Il Vecio e infine Zoff, quello col cognome troppo corto per dargli un soprannome) quella era "La Squadra" per antonomasia protagonista della loro "Resistenza".
La decorazione a intarsio, a loro dedicata da Daniele Calamandrei, è una reinterpretazione del manifesto del Mundial; il primo di un campionato del mondo frutto della mano di un artista di fama internazionale come Joan Mirò. Dagli elementi costitutivi di quel manifesto scaturiscono i simboli degli eroi italici: le iniziali dei “soprannomi” dei protagonisti italiani e del CT; un’ape che prende il volo come a ricordarci coloro che non ci sono più; una forma uscita dalla mano di Mirò che ricorda la cupola del Brunelleschi, simbolo di Firenze, nostra città.

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